Ho sempre detto che con i libri accade una cosa curiosa: chi lo scrive pensa di aver finito l’opera nel momento in cui la pubblica, e invece…
…Invece il vero senso del libro inizia a nascere dopo.
Non è un qualcosa che viene concepito dall’autore: il significato del romanzo viene creato dai lettori.
Francamente non pensavo sarebbe successo, invece con mia enorme meraviglia “Virna” acquista una bellezza ogni giorno nuova e più ricca, grazie alle recensioni dei lettori.
Tutt’oggi, è un crescendo di emozioni.
Durante l’ultima presentazione del romanzo, il 29 marzo a Costabissara (Vicenza), mi è giunta una lettera, che poi è stata letta in pubblico.
Un lettore anonimo.
E l’emozione è stata difficilmente contenibile.
La posto qui, riscrivendola parola per parola. Da un lato, è così bella che avrei voluto tenerla per me, segreta.
Ma poi ho pensato che sono così poche, al giorno d’oggi, le persone che scrivono lettere, che solo per questo meritava visibilità.
Eccola.
“Ho sempre creduto che i libri che titolano con un nome proprio, debbano vedersela da soli.
Non ci sono “La storia di…”, “Lo strano caso di…” oppure “Le cronache di…” a dare una mano.
Stanno lì… dritti in piedi col loro nome, il loro titolo.
Fatto bene “Virna”.
Scritto in modo diretto, con momenti anche duri all’interno… schietti, che bisogna saper capire.
Riguardo l’ironia e i toni diretti, beh… so che se ne spono accorti in molti, o meglio lo si evince dalle recensioni.
Ma finchè in molti si soffermano su questi aspetti, mi piace sapere che questo libro racconta di piante, dell’affetto per gli animali, di pietre, di esoterismo, di esistenze andate a qualche maniera, dell’aria che si respira in un ospedale, di un’età che lascia i margini che può lasciare, di speranza, della solitudine dentro una sofferenza immeritata, dell’eterno “sarebbe dovuta andare così”, del fatto che non sai mai chi hai davanti o oltre la rete di casa.
E ancora del rispetto, della misura che le parole e le intenzioni dovrebbero avere, per non provocare ferite.
Gli argomenti sono altri e l’ironia è un metodo: è l’intelligenza e la difesa della sensibilità di chi scrive.
Nessuno lascia un diamante incustodito sul comodino.
Bello Virna.
Ho capito che i libri con un nome proprio devono vedersela da soli.
Perchè non è raro che all’interno ci sia il racconto di una vita.
Un lettore.”